COSA FACCIAMO

SUPPORTO PSICOLOGICO

“Una grave malattia non colpisce solo il fisico di chi si ammala, essa ha sempre delle conseguenze emotive e psicologiche”

I genitori fondatori di ABE, che hanno vissuto direttamente la realtà della malattia, hanno fortemente voluto la presenza del sostegno psicologico direttamente in reparto fin dalla costituzione dell’associazione.

L’obiettivo del sostegno psicologico è quello di aiutare il bambino e la sua famiglia ad attraversare il percorso di cura nel modo meno traumatico possibile e di trovare strategie adeguate per rispondere all’angoscia e allo stress. In particolar modo, gli psicologi ABE si impegnano nell’elaborazione dei vissuti emotivi legati alla malattia, nel favorire l’incremento di abilità quali l’autoefficacia e la resilienza, utili per fronteggiare la situazione.

Gli psicologi ABE basano il loro intervento sul Medical Play Therapy, che parte da uno studio scientifico, già finanziato da Gilead Italia e approvato dal Comitato Etico dell’ASST Spedali Civili, che dimostra come la capacità terapeutica del gioco aiuta ad elaborare le emozioni legate alle procedure mediche.

Il MPT porta a una riduzione significativa dei livelli di ansia manifestati dai bambini e dagli adolescenti affetti da patologie onco-ematologiche, che devono sottoporsi a risonanze magnetiche, sia in termini di auto-percezione sia come manifestazione comportamentale esterna.

Inoltre, la ricerca sta valutando come vi sia la diminuzione sia del tempo necessario al bambino per iniziare la procedura sia il numero di Risonanze Magnetiche effettuate in sedazione.

L’équipe di psicologici ABE, formata da tre psicoterapeuti, lavora a stretto contatto con il personale medico, infermieristico ed ausiliario del Reparto di Onco-Ematologia Pediatrica sia presenziando a riunioni giornaliere per un interscambio di anamnesi e pareri, sia formando lo stesso gruppo per una miglior comunicazione e approccio alla relazione con il piccolo paziente e la famiglia.

Alcuni degli incontri sono finalizzati a ridurre il burnout (sindrome che come è noto può “colpire” chi lavora a contatto con realtà di grande sofferenza) e ad apprendere tecniche di rilassamento. Sono inoltre proposti argomenti inerenti la realtà lavorativa del personale infermieristico ed ausiliario (la morte e il morire, l’elaborazione del lutto, il dolore nel bambino ecc.)

PROGETTO SOSTENUTO CON I FONDI OTTO PER MILLE DELLA CHIESA VALDESE